Ciao lettori del mio blog che mi conoscete: amici, uomini, donne, runners, sedentari, pensatori, sognatori, ottimisti, pessimisti, svogliati, iperattivi,
manager, operai…insomma CIAO A TUTTI….ehi ciao anche a voi che mi state leggendo di nascosto…tranquilli non lo dico a nessuno …rimarrà un segreto tra
me e voi anzi credo proprio di non avervi mai visto…ma sappiate che mi fa piacere. Pochi giorni fà una mia amica mi ha detto …ehi RICKY è ora che scrivi sul blog. Cavoli PRONTI !!! Ci sono !!!
Guai a non rispondere a questi messaggi. Come ho scritto altre volte tra le righe; questo mio blog è come un diario che si alimenta spontaneamente…
non mi metto un appunto sul telefono per farlo o mi metto davanti al computer o sul telefono (la tecnologia permette di farlo anche così) ..ma tutto quello che
scrivo voglio che sia spontaneo…difficilmente scrivo i miei post a parti ma sono frutto di un unico pensiero che butto giu’ cosi’ come mi viene.
Stasera o meglio in questo periodo mi ha colpito spesso questa parola: VOGLIO.
I contesti dove ho ascoltato questo desiderio di VOLERE sono stati tanti … e mi hanno fatto pensare. Il significato di questa parola…dopo quello che ho fatto e dopo tutte le parole che mi avete riservato…potrebbe essere per me chiarissimo …ma ATTENZIONE…sapete cosa vi dico…che invece credo di non conoscerlo affatto e penso che quando pensiamo a qualcosa che VOGLIAMO forse è proprio in quel momento che invece stiamo facendo l’esatto contrario.
Mi rendo conto che queste parole sono forti e giustamente molti di voi non sono d’accordo…ma non voglio avere ragione o torto…quì nel mio blog non c’è nessuno che vince o che perde o che giudica o viene giudicato…quì ci si apre e in questo caso io sto provando a farvi entrare nei miei pensieri…e non è detto che vi piacciano…ma proprio questo è il bello. Mi spiego meglio e non vorrei essere monotono ma anche questa interpretazione del volere, completamente diversa, l’ho conosciuta laggiu’ in mezzo al deserto…la fede ed il volere si conquistano attraverso il dolore.
Tutto ciò avviene in modi diversi…alcuni lo scoprono con la religione, con i viaggi, altri purtroppo con dolori personali e familiari, altri come me con sfide importanti…altri invece continuano a VOLERE usando solo le armi che conoscono … le usano le usano … a volte cambia qualcosa … ma poi ritorna tutto come prima … perchè non sono disposti a lasciare le armi.
Usiamo le armi che conosciamo: il divertimento, l’ alcool, chi incontriamo, gli amici, la famiglia, la nostra donna o uomo, il nostro corpo, il lavoro ecc…ecc…per rimediare al distacco da ciò che vogliamo che non abbiamo…ma non usiamo ciò che credo sia veramente sensato. NOI STESSI. Quando il dolore mi ha sbattuto in faccia tutto ho capito che con l’umiltà puoi cambiare e ti rendi conto che non devi pensare a volere perchè lo hai già conquistato.
…vi riscrivo una parte di una lettera che ho scritto ed inviato …mi chiederete a chi…l’ho inviata ad un cuore immenso come il mare , in una bottoglia di vetro. Ora non so dove sia, forse galleggia, forse è affondata o forse chissà … magari è stata trovata ed aperta…voglio condividerne una parte con
voi:
…durante una tappa c’e stato un momento dopo 10h di marcia e 50km percorsi è arrivata la notte, l’arrivo era a 30km (dovevamo percorrere solamente 82km)
sembrava andare tutto bene ed invece ad un tratto scendendo da una duna ho provato un dolore forte, intenso a due dita dei piedi, quasi contemporaneamente
nel piede destro e sinistro. Avevo la sensazione che qualcuno mi stesse tagliando un dito, ci sono voluti pochi metri per capire che non si trattavano di
vesciche perchè sentivo dolore ed un fuoco profondo sopra il piede e le dita…d’un tratto la paura prende il sopravvento e le certezze svaniscono. Ogni passo era una frustata e come le scarpe toccavano o forzavano sulle zone a causa dei pendii e salite il dolore era sempre più forte. Eravamo a circa 25 km
dall’arrivo (con me c’erano Enrico ed Ivan) erano circa le 2 e mezza di notte…
Sentivo una rabbia dentro incredibile, stavo realizzando e prendendo coscienza che messo in quel modo non ce l’avrei fatta e sai che cosa ho fatto ? Da vero
fenomeno. Ho iniziato a pensare che le dune finissero e che il percorso fosse almeno pianeggiante per alleviarmi il dolore ed invece…sempre dune…su e giù
(alla fine sono stati ben 20km di dune). Mi ricordo che urlavo alla notte ed al nulla e pensavo le peggio cose…mi stavo ribellando. Ad un tratto tra le
dune sbuca una jeep, era quella del dottore, era ferma e tra la notte quando ci siamo avvicinati ci ha chiesto: come va? e sai che cosa ho risposto…? L’ho infamato dicendo che erano degli assassini a farci fare un percorso del genere ed erano dei pazzi…praticamente ero diventato una belva…avevo il dolore ovunque, rabbia , insofferenza…che ho sfogato come un pazzo di fronte al dottore che non c’entrava nulla. Lo sfogo mi ha dato un’inconsapevole reazione quasi come per dire: adesso vi facciamo vedere noi brutti stronzi. Non ci crederai ma la sensazione era quella
di essere drogato (pensavo solo ad arrivare) il dolore era sopraffatto da questa rabbia. Siamo andati avanti in questo modo fino a quando più o meno all’alba
le 5.30 abbiamo visto all’orizzonte il bivacco dell’arrivo. Io camminavo praticamente con i talloni che erano diventati una vescica unica … ma andavo avanti. La vista del bivacco non ha cambiato i nostri stati d’animonanzi credo abbia alimentato questa rabbia di arrivare…ma all’arrivo la natura che aveva
osservato il delirio mi ha ricordato quanto siamo niente….all’arrivo siamo arrivati che erano circa le 6.00 del mattino, avevamo camminato dalle 9.00 della
mattina del giorno prima , più di 20h no stop….al traguardo sono scoppiato a piangere come un bambino. Un pianto senza freni, senza motivo, forte …ancora adesso mim chiedo che cosa fosse successo e piano piano ricordando questo momento non me lo spiego. Dall’arrivo alla tenda ho impiegato tantissimo tempo non sentivo più le mie gambe e piedi, non mi rendevo conto se stavo sognando od ero sveglio…ricordo
però che prima di arrivare in tenda ho vissuto uno dei momenti più belli…molto breve ma molto intenso…che mi ha fatto capire molte cose ed insegnato
tanto.
Un applauso se è alzato dalle tende e c’era anche il dottore che avevo insultato…era lì che mi stava dicendo: bravo Riccardo. Mi sono sentito una
merda…ma contemporaneamente gli applausi mi riempivano di gioia e forza, orgoglio, felicità. Mi sono reso conto che questa sensazione stava riempiendo un
gran vuoto …non avevo più niente dentro di me…mi sentivo pulito..avevo buttato fuori e sopportato tanto male che era finito insieme a me …ma il dottore
era ancora lì e mi stava applaudendo, i compagni arrivati molto prima di me, invece di dormire aspettavano e la felicità nel vedermi era una festa…ed io li
ho sentito la vita, ho respirato un’aria che mi riempiva i polmoni, mi gonfiava e dentro di me entrava tutta…fresca…gli applausi non erano rumore ma una
mano che stava prendendo ed una voce che stava dicendo: “Ehi Richy finalmente hai buttato fuori tutto il male che avevi dentro ed hai deciso di non farlo
vivere in te. Ora sei veramente ciò che sei ….bravo goditi questo momento e benvenuto nella gioia della vita! “
….
Non so se sono riuscito a farvi capire … ma dedico queste parole a lei ed a tutti coloro che vedono questo bicchiere mezzo pieno, e non mezzo vuoto.. e usano il tempo
per essere ciò che autenticamente sono; a chi si è perso percorrendo una strada che non è la sua, e si sente libero se, malgrado la paura, trova il coraggio
di scegliere. A chi si sente speciale nel vedere ciò che ha, e non quello che gli manca. A tutti coloro che vedono la loro unicità come un bicchiere mezzo
pieno. Unici come chi dopo 82km è arrivato ed è tutto vero come questo video. Ciao
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