Ora - TOTAL TRAINING
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Dicembre 21, 2011
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Ora

Tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. Non sono completamente d’accordo con questo proverbio, poichè invece di mare andrebbe detto l’oceano infinito.  Se notate il simbolo dell’infinito, adeguatamente verificato su Google, per non fare gaffe, noterete che è peggio di un cane che si morde la coda, il bello è  che ,per completezza d’informazione, l’infinito può essere “più” o “meno” , e la semplicità di cambiare da negativo a positivo è incredibile, prendendo come  materia di riferimento la matematica, basta aggiungere un trattino uguale nella stessa posizione, ma orientato in modo verticale ed il giochino è fatto…

Tutto questo preambolo per dirvi che spesso per orientare l’infinito non occorrono poi imponenti opere o decisioni , basta veramente poco in positivo o in negativo… Scrivo questo dopo un lungo pensiero….tranquilli non ho affaticato più del dovuto il neurone ma saranno circa 7 giorni che sto pensando e dicendo a me stesso di scrivere e pubblicare questo post, ma l’ho fatto solo questa sera…perchè ?

Ho ricevuto un messaggio, spontaneo, inaspettato e soprattutto gradito di una persona con cui lavoro da più di 10 anni che mi ha rigranziato perchè sono una sicurezza. Così la frase buttata là non dovrebbe sconvolgere, visti i lunghi anni di lavoro insieme, ma quello che mi ha colpito è stato il fatto che per la prima volta me lo inviava, scritto, in tarda serata e sul mio telefono personale. Voleva che quel messaggio arrivasse subito, diretto, ma soprattutto mi stava semplicemente ringraziando e con poco ha aggiunto il famoso trattino verticale.

La partenza subito non è veloce ed i risultati non sono sempre visibili e comprensibili in tempi brevi, ma occorre fare sempre attenzione a quel “più” o “meno” che precede l’infinito, piccolo particolare che troppo facilmente mi sfugge nel mare di cose che mi accadono. Credo quindi che è ORA di studiarlo e farlo un po’ accellerare nella direzione del più perchè non c’è molto tempo da perdere.

Altro piccolo particolare: nelle regole dell’infinito non viene contemplato il “più o meno” ma solo uno o l’altro. Cavoli…quà non si scherza e forse il compromesso se si vuole far cambiare la direzione dell’infinito non sempre è la soluzione giusta, specialmente nei momenti in cui ci si approfitta svicolando in questo circolo vizioso dove si può tranquillamente andare nella stessa direzione ma non ci si incontra mai se uno dei due non cambia il senso di marcia…e che cosa può far cambiare direzione, idea, le cose, le persone ?…un segno, un gesto, un messaggio ?

Mi hanno fatto pensare alla risposta alcune frasi e situazioni, che mi hanno colpito; alcune le ho “rubate” da amici altre invece sono delle vere e proprie canzoni.

Non ho ancora la risposta per me più convincente, anche perchè , vista la domanda, ho l’impressione che il mare sia un po’ grandicello ma ci provo ed ogni tanto arrivano gli aiutini da casa. Oggi ad esempio ho conosciuto Cesare Prandelli (Ct della Nazionale di Calcio Italiana di calcio ) persona splendida che mi ha riportato ai miei vecchi precedenti nel mondo dello sport professionistico dove c’è una società, dei dirigenti, un team e dei giocatori tutti con pochi e ben chiari obiettivi

Nel mondo degli sport professionistici non si scherza e guai al segno “meno”. Ma cosa succede se si presenta e questo “meno” simpatizza pure con il tempo ?
Altra domanda da un milione di dollari e la risposta giusta è complicata, ma sicuramente, più facile da raggiungere rispetto alla combinazione del Superenalotto, perchè le varianti sono gestibili e quindi conviene giocare. Non dimenticate mai che è il mio blog e quindi è solo la mia opinione.

Cerco di fare un esempio: se voi siete i giocatori e quando l’allenatore vi permette di giocare ci sono risultati, si creano delle convinzioni che se voi giocate e la squadra vince , voi siete importanti. Questa convinzione poi si consolida sempre più nel tempo se questo piccolo principio si avvera (voi giocate, la squadra vince). Può capitare che giocate e la squadra vince o perde o viceversa, che non giocate e la squadra vince o perde. Ecco che con queste situazioni l’allenatore e la società sono fondamentali per far sentire ogni giocatore importante e tener sempre viva la voglia di giocare per il risultato.

Quando è che il “meno” accellera ? Per me succede quando il giocatore che crede di essere importante e vuole, e può dare tanto alla squadra non viene schierato o compreso dall’allenatore e dalla società ed i risultati non arrivano. Ecco che si verifica il famoso “infinito”: tutti vanno nella stessa direzione ma se qualcuno non cambia non c’è via d’uscita.

In questa storiella le possibilità sono tante e cogliere i segnali diventa importante e non si tratta di essere più o meno umili o arroganti, ma si tratta semplicemente di voler giocare e far cambiare quel famoso “meno” in “più”.

Se capita che l’allenatore e/o la società alla vostra domanda: “Io voglio giocare perchè credo di poter aiutare molto la squadra a raggiungere il risultato come è successo già altre volte” vi risponde “okey ma alla prossima partita ricordamelo perchè voglio farti giocare” . Voi alla partita successiva glielo  ricordate ma non giocate e non ci sono risultati…dopo diverse volte non credo ci sia molto da scommettere se la risposta è sempre la stessa. O le vostre credenze sono sbagliate, o l’allenatore e/o società vi sta facendo solo perdere del tempo e soprattutto sta perdendo nei vostri confronti credibilità … se dovete ogni volta ricordargli di giocare.

Immaginate il contrario se l’allenatore e/o la società ad ogni partita deve ricordare ad ogni giocatore di fare il punto vincente e/o rispettare le regole….non credo che il giocatore farebbe una lunga carriera.

Devo ammettere che questi discorsi mi prendono un po’ ma non voglio dilungarmi poichè rischierei di confondere il mio blog nel mio libro. Vi lascio con queste brevi riflessioni su come cambiare il segno, la storiella dell’allenatore dei giocatori ecc..forse è complicata non per colpa vostra ma perchè per me esprimere queste concetti in forma scritta non è ancora semplice.

Per fortuna ci sono altri molto più importanti e capaci di me che forse con molte meno parole hanno colto altri concetti interessanti e forse più risolutivi.

1) Ed ecco a voi Sun Tzu, L’arte della guerra: “In ogni conflitto, le manovre regolari portano allo scontro, quelle imprevedibili alla vittoria”

2) Ed ecco a voi il testo della canzone di Jovanotti, Ora:

“Dicono che è vero che quando si muore poi non ci si vede più
dicono che è vero che ogni grande amore naufraga la sera davanti alla tv
dicono che è vero che ad ogni speranza corrisponde stessa quantità di delusione
dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione
per non farlo più, per non farlo più
ora

dicono che è vero che quando si nasce sta già tutto scritto dentro ad uno schema
dicono che è vero che c’è solo un modo per risolvere un problema
dicono che è vero che ad ogni entusiasmo corrisponde stessa quantità di frustrazione
dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione
per non farlo più, per non farlo più
ora

non c’è montagna più alta di quella che non scalerò
non c’è scommessa più persa di quella che non giocherò
ora

dicono che è vero che ogni sognatore diventerà cinico invecchiando
dicono che è vero che noi siamo fermi è il panorama che si sta muovendo
dicono che è vero che per ogni slancio tornerà una mortificazione
dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione
per non farlo più, per non falro più, ora

non c’è montagna più alta di quella che non scalerò
non c’è scommessa più persa di quella che non giocherò
ora
ora
ora…

Buonanotte. Ciao
Riccardo

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